L’Ordine della Chiave
‘Black Friars’
di Viriginia De Winter
«Scappa», sussurrò lui. «Ma tornerai da me, non ti permetterò mai di andare via»….
Sapeva che non si sarebbe fermata a guardarsi indietro. Eloise non lo faceva mai, eppure, quando si voltò, Axel la vide in piedi sui gradini.
I loro sguardi si incontrarono di nuovo e, ancora, vide quella scintilla d’odio accendersi un istante troppo tardi.
Ahh ‘Black Friars’, croce e delizia di ogni lettore!
Nello stesso istante in cui ho terminato ‘L’Ordine della Spada’, il primo libro della Saga, mi sono precipitata a leggere il secondo. Nella precedente recensione sull’ opera di Virginia De Winter ve lo avevo spiegato,‘L’Ordine della Chiave’ è un pre-quel del primo libro. Ma dobbiamo comunque fare un punto della situazione, come abbiamo lasciato i nostri eroi?
Eloise ed Axel, dopo aver scampato attacchi e pericoli mortali, capiscono che hanno scatenato una guerra più grande di loro e fuggono ad Aldenor, nel castello di lui. Innamorati ma constantemente divisi, il fururo dei due giovani amanti si fa sempre più incerto: che ne sarà di Eloise ora che ha scoperto un potere immenso quanto pericoloso, scatenando forze che ormai hanno iniziato a muoversi?
Ma al momento dobbiamo mettere da parte il futuro dei due ragazzi, e con ‘L’Ordine della Chiave’, facciamo un passo indietro, e si cambia punto di vista: Axel ora è l’assoluto protagonista.
Axel Vandemberg pur essendo un Principe e futuro erede al trono di Aldenor, nella Vecchia Capitale non è altro che una giovane ed inesperta matricola, che sogna un giorno di dimostrare il suo valore entrando nell’Ordine della Chiave, ma il suo cuore è diviso. Nella sua città natale ha lasciato la sua amatissima Eloise, poco più che ragazzina. I due sono letteralmente nati e cresciuti insieme, diventando fratelli adottivi alla morte dei genitori di Axel: la ragazza per lui è più che una semplice cotta adolescienziale. Nonostante il trasferimento di Axel per gli studi e la lontananza straziante, il loro amore non conoscerà ostacoli o cali.
Ma la Cittadella è scossa da orrendi omicidi, l’uccisione di Emelyn, fidanzata di Rafael, amico di Axel, scatenerà assassinii a catena: giovanissime donne e redivive vengono uccise brutalmente e misteriosamente seguendo ‘modus operandi’ che ricordano le fiabe: Raperonzolo strangolata dalle sue lunghe trecce, la Bella Addormentata dilaniata dal morso del principe, Biancaneve avvelenata dalla mela, e nessuna traccia dell’assassino.
La scia di sangue combacierà con l’arrivo nella Cittadella di Belladore, potentissima vampira e cortigiana, che metterà gli occhi proprio su Axel, nonostante i suoi costanti rifiuti ed Eloise sempre nella mente e nel cuore. Da qui la vita del giovane Principe verrà scossa. Cupi desideri troppo passionali si agitano in lui, che alterna momenti in cui non ricorda cosa ha fatto la sera prima, a strani graffi e tracce di sangue che si ritrova sul corpo senza capirne il perchè. Dopo una notte di follia, certo di aver consumato il suo amore con Eloise venuta a trovarlo, capisce che nulla è come sembra, ed una linea sottile lo lega a Belladore e agli omicidi… segnandone per sempre il futuro tanto sperato con Eloise.
Ahhh finalmente un po’ della chiarezza che nel primo libro ho tanto richiesto: evidentamente la dea De Winter ha accolto le mie suppliche. Solo una scrittrice molto sicura di sè e poco convezionale può decidere di fare una mossa del genere, dopo lo straordinario successo della prima opera sarebbe stato praticamente ovvio adottare ancora il punto di vista di Eloise, eroina e protagonoista dell’ ‘Ordine della Spada’. Poco importa a lei se il lettore ci si è affezionato, e contro-corrente la riduce qui quasi a comparsata, ed il testimone passa ad ‘Axel’ e come se non bastasse, fa una sincera scrollata di spalle verso tutti quei lettori desiderosi di sapere come sarebbe continuata la storia. Perchè continuare quando si può tornare indietro ? Insomma.. spiazza un po’ il lettore con la scelta ” poco originale ” di un prequel. Scelta, a mio avvisio, vincente.
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