“The Host – L’ospite” un libro di invasioni aliene, amore e sopravvivenza.

Visto l’imminente uscita del film, non potevo esimermi dal recensire un romanzo che ho decisamente amato: “L’ospite” di Stephenie Meyer.

Si consiglia di leggere il libro prima di vedere il film!!!

Più riguardo a L'ospite

In un futuro non troppo lontano, la specie umana sta scomparendo. Un’altra razza, aliena, potente e intelligentissima, ha preso il sopravvento. Questa specie aliena che non usa armi di distruzione di massa per conquistare il nostro pianeta, l’invasione avviene come un contagio, in modo silenzioso e nel momento in cui la popolazione comincia ad accorgersene, ormai è troppo tardi. Solo un pugno di resistenti è nascosto in zone inaccessibili per sfuggire ai nuovi dominatori.

Viandante è un’anima che si è appena insidiata in un corpo umano, di lei conserva le fattezze e gli ultimi ricordi. La legittima proprietaria che precedentemente occupava il suo corpo però non vuole arrendersi alla sua sorte: Melanie è ancora viva dentro di sé.

Si ritrovano così Melanie e Viandante, due anime che imparano a convivere e a conoscersi come fanno due coinquiline che fanno fatica a sopportarsi e che per ironia della sorte sono costrette a convivere in uno striminzito monolocale, nel nostro caso in un unico corpo, condividendo sensazioni e pensieri, tanto da non riuscire più a capire quando i sentimenti dell’una influenzino l’altra. 

La prima reazione di Viandante è quella che ci sia qualcosa di sbagliato, ma la sua società non sbaglia mai, ed inizia a pensare che ci sia qualcosa nel suo corpo che non vada. Ma nel momento in cui questi pensieri le si affacciano alla mente è la società stessa che trova un modo per legare Viandante a Melanie, assegnando loro un nemico comune: la Cercatrice che ha catturato Melanie.

L’istinto di entrambe le convince a non fidarsi della Cercatrice così, confusa e sopraffatta dagli eventi, Viandante si farà guidare da Melanie alla ricerca dell’ultimo avamposto umano, alla ricerca degli affetti che tengono ancora Melanie legata a questo mondo: Jared e Jamie.

Jared, l’uomo che Melanie ama profondamente, e che nonostante tutto non riesce a dimenticare. Neppure adesso che il suo corpo dovrebbe essere niente più di un guscio vuoto, un semplice involucro per l’anima aliena che le è stata assegnata. Perché l’identità di Melanie, i suoi ricordi, le sue emozioni e sensazioni, il desiderio di rincontrare Jared, sono ancora troppo vivi e brucianti per essere cancellati.

Jamie, il fratellino che Melanie ha sempre protetto e che spera di ritrovare, l’unico membro della sua famiglia ancora vivo.

Così Viandante, del tutto inaspettatamente, si ritrova invasa dal più umano e sconvolgente dei sentimenti: l’amore.

Spinta da questa forza nuova e irresistibile, accetta, contro ogni regola e ogni istinto della sua specie, di mettersi alla ricerca di Jared. Per rimanere coinvolta, insieme all’ostinata, appassionata Melanie, nel triangolo amoroso più impossibile e paradossale, quello fatto di tre anime e due soli corpi. 

Sarà così che Viandante, imparerà a conoscere meglio i sentimenti che contraddistinguono l’umanità, interrogandosi se la loro missione, rendere la terra un posto migliore, possa valere la perdita di tutte queste emozioni.

Sono passati molti anni da quando lessi per la prima volta “L’ospite” di Stephenie Meyer e, nonostante tutto questo tempo, per me è e rimane una storia assolutamente indimenticabile. So bene che regna dello scetticismo nei confronti di Stephenie Meyer, nel bene e nel male il fenomeno letterario di “Twilight” ha causato questo pregiudizio e sono poche le persone che riescono ad andare oltre il delirio che vi si è creato attorno. Personalmente mi sono imbattuta nella Meyer proprio all’inizio ed ho potuto leggere “Twilight” prima che uscisse il film, riuscendo così a farmi un’idea senza essere condizionata da nessuno. Ho amato l’intera Saga di Twilight e non mi vergogno affatto a dirlo, anzi, posso dire di aver amato ogni singola parola scaturita dalla penna della Meyer, come ho amato quelle della Rowling.

Stephenie Meyer viene molto spesso criticata per la sua scrittura troppo semplice, io tutta questa semplicità non la vedo, semmai trovo che la sua sia una scrittura lineare, precisa e scorrevole, capace di guidarti in una storia senza farti mai perdere il filo dei discorsi e degli avvenimenti. Oltretutto bisogna riconoscere alla Meyer il suo impegno nel creare dei personaggi completi, ben sfaccettati e non stereotipati, rendendo il suo stile unico nel suo genere.

Lo stesso tipo di scrittura e la stessa cura dei personaggi, lo si può senza dubbio ritrovare nelle pagine di “L’ospite“. Continua a leggere